domenica 24 novembre 2013

Firenze Invisibile # 2

La citta e i suoi segni

"Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città dice tutto quello che devi pensare, ti fa ripetere il suo discorso, e mentre credi di visitare Tamara non fai che registrare i nomi con cui essa definisce se stessa e tutte le sue parti. Come veramente sia la città sotto questo fitto involucro di segni, cosa contenga o nasconda, l'uomo esce da Tamara senza averlo saputo."

Questo tema è stato difficile. Avrei voluto qualcosa che facesse intuire il cambiamento che Firenze sta subendo in questi ultimi anni - che, per me, è raffgurato da Piazza della Repubblica - però la foto che avevo fato al Gambrinus ormai Hard Rock non mi convinceva. Il senso che avrei voluto dare con quella foto era sottolineare il fatto che si sta operando un cambiamento verso un tipo di città americanizzata, cosa che, per conformazione propria di Firenze, non avrà mai luogo, con mia somma gioia. Poi c'era il solito giglio, ma l'ho trovato solo sui cassonetti. E poteva avere comunque il suo bel senso, della serie ma guarda un po' dove è finito il simbolo regio di questa città. Alla fine ho fatto un riferimento molto chiaro all'attuale, ovvero ai mondiali di ciclismo. Se sei un turista e vieni a Firenze nel 2013 la cosa che noterai di più è che ci sono stati i mondiali di ciclismo, e lo scoprirai sopratutto nei negozi di suvenir.

Magliette Firenze + Mondiali di Ciclismo in un negozio in centro

sabato 23 novembre 2013

Firenze Invisibile

Firenze Invisibile è una fotomaratona, promossa dal collettivo di Architettura ARK di Firenze, a cui ho partecipato settimana scorsa. E' stato molto carino! L'idea base di una fotomaratona è di dare dei temi che vanno svolti sotto forma di fotografie nell'arco di una giornata. In questo caso le foto andavano scattate in progressione temporale e solo a Firenze e si avevano a disposizione 10 ore per 10 temi e, nel caso dell'analogico, due pellicole da 24 pose. Sono stati ripresi 10 brani dalle Città Invisibili di Calvino e per ognuno di questi estratti doveva essere fatta una foto, applicando ciò che Calvino scrive su città dai nomi fantasiosi alla più concreta Firenze. E' stato molto divertente e anche impegnativo e anche se non sono soddisfatta di tutti gli scatti e di tutte le idee avute sono comunque contenta di essermi messa alla prova! Inoltre il concorso era davvero strutturato bene: una guida graficamente carina e completa di tutte le informazioni necessarie e temi che davano una certa libertà di interpretazione personale, cosa che ho apprezzato molto.
Alzarsi dal letto proprio quella mattina non è stato facile, però sono contenta di averlo fatto. 

PRIMA CITAZIONE e PRIMA FOTO

La città e la memoria

" Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato... ...Di quest'onda che rifluisce dai ricordi la città si imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole."

Mi piace questo scatto. Non so quanto sia a tema dato che non ho la più pallida idea di quando siano stati messi questi lampioni. Però proprio mi piace - ho una certa fissa per lampioni e simili - quindi alla fine ho scelto lei. Non era l'unica candidata per questo tema: tra le varie ne avevo fatta una a un uomo travestito da Dante, simbolo di come il passato si intrecci ancora al presente, e una a Ponte Vecchio, sfocato e in lontananza, con in primo piano una bella pianta rampicante rossa. Ma nessuna di queste foto mi ha dato emozioni una volta viste, dopo lo sviluppo. E' stato buffo, dato che davo per scontato che avrei scelto una di quelle due e non questa!

mercoledì 13 novembre 2013

3:2

Ultimamente ho lasciato un po' da parte la fotografia.
Sempre di corsa, mi sembra di non avere il tempo.
Qualche foto vista e non scattata mi è rimassa impressa in mente, ma comunque sento troppo l'ansia del tempo che scorre, delle lezioni che si sovrappongono, delle cose da fare nel quotidiano. E quindi la Cosina e la Pentax restano a casa, in una ancora un rullino a metà.
Però quest'estate un po' di cose le ho fatte. E ho qualche progetto in cantiere per riprendere in mano una passione che non voglio abbandonare, ma che anzi voglio conciliare col quotidiano. Non mi importa fotografare eventi importanti e lontani, voglio una testimonianza della vita reale, quella di tutti i giorni.
E continuo a seguire alcuni blog che amo molto, che mi emozionano.
E proprio tramite uno di questi, se non ricordo male, sono venuta a conoscenza del progetto Tre Mezzi. Un progetto fatto di parole e di fotografie, ma sopratutto di ispirazione e di emozione.
Storie narrate con immagini e con frasi e apertura sia al digitale che all'analogico. Non potevo che essere incuriosita da un progetto del genere!
Quindi quando ho letto del progetto Salva l'acqua ho pensato che di foto all'acqua ne ho fatte tante e che alcune mi piacevano anche parecchio! Così ne ho condivise alcune sul gruppo Flickr del progetto e oggi sopresa! vedo una delle mie foto pubblicata sulla rivista. E' stata una gioia immensa scoprire di aver raggiunto qualcuno. Non pretendo di essere una grande fotografa, nè una grande scrittice. Non ho studiato nè studio per questo e non credo di avere quel quid che fa davvero la differenza. Ma se anche una sola cosa di quelle che faccio raggiunge una sola persona e la emoziona, le trasmette qualcosa, sento che quello che faccio ha un senso ancor maggiore di quello che gli riesco a dare io. Perché oltre a emozionarmi emoziono. E cosa è la vita, senza emozioni?


Ecco il link diretto alla rivista. Sperando che anche altri possano emozionarsi come a volte capita a me.


Questa è la foto che è stata scelta. E' il Lago di Como visto da Lecco. 

domenica 10 novembre 2013

WOR(L)D # 7


Le cuffie nelle orecchie per non sentire il mondo esterno. Non che fosse necessario, là, ormai, non abitava più nessuno da tempo, non nella zona antica. Piccoli viottoli pavimentati con scivolosi sassolini rotondi e bianchi, di quelli levigati dall’acqua di fiume, che rilucevano al sole. Sole che splendeva abbagliante ovunque, tranne che nel suo cuore.Inspirò forte annusando l’acre odore di tempera, la fronte corrucciata, i muscoli tesi nello sforzo di stringere le cesoie. Tra martelli, pinze, chiodi, un berretto di lana rosa antico che le calava sul lato destro del viso.


LINK AL PDF http://zeldawasawriter.com/wp-content/uploads/2013/11/7-WORLDS.pdf  

giovedì 7 novembre 2013

Une petite fille dans la rue de l'enfance

Corre,
un palloncino arancione in mano;
Vola,
il vestito grigio, troppo grande
che si gonfia;
ancora bambina,
un giorno sarà donna
e quei capelli dorati oggi arruffati
domani ancheggeranno
al suono di una musica
diversa
da quella del suonatore di strada.


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La prima cosa che ho pensato è stata: devo farle una foto. C'è poco da fare, macchina fotografica dietro o no è spesso il primo pensiero se qualcosa mi colpisce.
Ma.
Ma ho seri problemi a fotografare le persone che non conosco.
Dovrei chiedere il permesso? Credo di sì. Sopratutto in caso di bambini!
Però a quel punto si perde di spontaneità, no?
Non so. Ho pensato di provare a esprimere a parole quel che non sono riuscita a cogliere con argento e luce.
Non ho ancora capito se ci sono riuscita o no.

mercoledì 6 novembre 2013

La vita di Adele

Doveva essere un film mozzafiato.

Doveva essere profondo.
Doveva entrarti dentro.

O almeno, questo era quello che credevo io.

Da quello che si diceva a giro sarebbe dovuto entrare a gloria nella top ten dei film dell'anno.

E invece.

Invece mi ha delusa.
Forse mi aspettavo troppo.
Forse dovrei smetterla di andare a vedere film francesi.

  •  TROPPO LUNGO
Tre ore di film, seriamente? Si commenta da solo.

  •  LE SCENE DI SESSO
Non che io abbia problemi con le scene di sesso, però queste sono tante e lunghe, se volevo vedere  un porno non adavo al cinema. Che poi non mi sembrano nemmeno particolarmente funzionali alla trama, non aggiungono molto al film. Si poteva rendere diversamente la morbosa attrazione fisica tra le due. Che poi insomma, tutto questo vedere sinceramente non l'ho apprezzato. Due belle ragazze, per carità, ma esteticamente parlando avrei preferito un vedo non vedo, una scelta di inquadrature diversa, che calasse lo spettatore nel film e facesse sentire questa fantomatica attrazione...

  • LA PROTAGONISTA

Occhei che sei la ragazzaccia maschiaccio, vada per i capelli sempre senza un senso, ma vogliamo parlare di come mangia questa qui? E di come il regista ci si sia voluto soffermare? Del fatto che quando piange smoccica ovunque, birra compresa? Una cosa è rappresentare la realtà, un'altra è scadere nel paradossale. Un cazzo di fazzoletto generalmente uno se lo porta dietro o da qualche parte lo raccatta. O comunque non ti bevi la birra al moccio, o sbaglio? Bah. Chiamiamole scelte di stile, ma secondo me scelte sbagliate.

Non mi dilungo oltre, anche perché tutto sommato non è malaccio come film, ma sicuramente non lo rivedrò e non mi rimarrà nel cuore. Peccato, perché la tematica invece mi piaceva, mi piaceva l'idea di un film che fosse un po' romanzo di formazione, che analizzasse nel particolare un problema sociale molto diffuso. Temi importanti, quali l'omofobia a livello scolastico, la paura di non essere capiti a livello lavorativo, l'accettazione da parte della famiglia, sono introdotti e questo mi fa piacere, ma non sono particolarmente portati avanti. Sono più che altro buttati lì.

E poi il finale. Capisco che il finale sia sempre problematico, capisco che in una storia del genere non ci possa essere una vera e propria fine, ma lei che se ne va e quell'altro che esce dalla mostra cercandola, seriously?

Ma probabilmente sono io che non sono fatta per i film francesi. Me ne farò una ragione.

martedì 5 novembre 2013

WOR(L)D

Nato dalla mente di Zelda was a Writer questo progetto, che ho scoperto con un discreto ritardo, mi ha molto incuriosita!
Si tratta di lasciar vagare la fantasia scrivendo 10 righe ogni settimana, prendendo spunto da una serie di oggetti da lei proposti e fotografati.
Maggiori informazioni qui
E intanto le mie prime timide 10 righe sulla sesta settimana!
PDF con tutte le composizioni della settimana qui
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Aveva deciso all’ultimo. Milano era ormai lontana, con il suo traffico, il grigiore tipico delle grandi città, la fretta di tutti i giorni. Una pausa da tutto, ecco cosa le serviva. Ago e filo erano però sempre nella borsetta, come solo un’accorta aspirante sarta. Pochi spiccioli le erano rimasti dopo aver comprato il biglietto per Parigi, ma non importava. Scelse il treno per prendersi del tempo, per assaporare i paesaggi, per ritrovare il piacere degli incontri sconosciuti. In una mano un sacchetto di carta pieno di mandarini, un libro nell’altra. Ricordava a malapena dove abitava Gerome, ma non era di fondamentale importanza, lo avrebbe trovato. Come quel giorno in cui non avrebbero dovuto incontrarsi e invece era accaduto, lo aveva voluto il caso, l’hazard. E allora si erano regalati a vicenda i rispettivi portafortuna, sperando che un giorno avrebbero esaudito il loro desiderio di vedersi ancora. 

Questa foto la fece mia mamma quando andammo a Parigi, insieme. Un intero rullino di doppie esposizioni, senza volerlo.

lunedì 4 novembre 2013

Dal passato al presente




 L'agriturismo dove sono stata questo autunno è stato fonte di duplice ispirazione: non solo i paesaggi collinari della verde Toscana, ma anche la collezione di attrezzi tipici del vecchio agricoltore...messi lì, nei prati, sembravano proprio in attesa di essere fotografati!






domenica 3 novembre 2013

Prospettive differenti

La fotografia analogica mi affascina per quell'effetto retrò che porta con sè, per quei colori un po' slavati, per la possibilità di intervenire sulla percezione della realtà attraverso la realtà stessa (dopotutto i chimici sempre materia sono...).
Nelle foto che seguono ho finalmente provato a usare una pellicola diapositiva e a svilupparla come se fosse una negativa a colori...e devo dire che adoro i risultati!
Colori carichi, prevalenza di verdi, azzurri e in alcuni casi di rossi.
L'ambientazione poi era perfetta.
Un bellissimo agriturismo in Toscana, a due passi (in macchina però) dal mare.
Andarci a Settembre è stato il top: poca gente e tempo favoloso ma non caldo (la sera anzi, un freddo!), insomma il vero relax.