domenica 24 novembre 2013

Firenze Invisibile # 2

La citta e i suoi segni

"Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte: la città dice tutto quello che devi pensare, ti fa ripetere il suo discorso, e mentre credi di visitare Tamara non fai che registrare i nomi con cui essa definisce se stessa e tutte le sue parti. Come veramente sia la città sotto questo fitto involucro di segni, cosa contenga o nasconda, l'uomo esce da Tamara senza averlo saputo."

Questo tema è stato difficile. Avrei voluto qualcosa che facesse intuire il cambiamento che Firenze sta subendo in questi ultimi anni - che, per me, è raffgurato da Piazza della Repubblica - però la foto che avevo fato al Gambrinus ormai Hard Rock non mi convinceva. Il senso che avrei voluto dare con quella foto era sottolineare il fatto che si sta operando un cambiamento verso un tipo di città americanizzata, cosa che, per conformazione propria di Firenze, non avrà mai luogo, con mia somma gioia. Poi c'era il solito giglio, ma l'ho trovato solo sui cassonetti. E poteva avere comunque il suo bel senso, della serie ma guarda un po' dove è finito il simbolo regio di questa città. Alla fine ho fatto un riferimento molto chiaro all'attuale, ovvero ai mondiali di ciclismo. Se sei un turista e vieni a Firenze nel 2013 la cosa che noterai di più è che ci sono stati i mondiali di ciclismo, e lo scoprirai sopratutto nei negozi di suvenir.

Magliette Firenze + Mondiali di Ciclismo in un negozio in centro

sabato 23 novembre 2013

Firenze Invisibile

Firenze Invisibile è una fotomaratona, promossa dal collettivo di Architettura ARK di Firenze, a cui ho partecipato settimana scorsa. E' stato molto carino! L'idea base di una fotomaratona è di dare dei temi che vanno svolti sotto forma di fotografie nell'arco di una giornata. In questo caso le foto andavano scattate in progressione temporale e solo a Firenze e si avevano a disposizione 10 ore per 10 temi e, nel caso dell'analogico, due pellicole da 24 pose. Sono stati ripresi 10 brani dalle Città Invisibili di Calvino e per ognuno di questi estratti doveva essere fatta una foto, applicando ciò che Calvino scrive su città dai nomi fantasiosi alla più concreta Firenze. E' stato molto divertente e anche impegnativo e anche se non sono soddisfatta di tutti gli scatti e di tutte le idee avute sono comunque contenta di essermi messa alla prova! Inoltre il concorso era davvero strutturato bene: una guida graficamente carina e completa di tutte le informazioni necessarie e temi che davano una certa libertà di interpretazione personale, cosa che ho apprezzato molto.
Alzarsi dal letto proprio quella mattina non è stato facile, però sono contenta di averlo fatto. 

PRIMA CITAZIONE e PRIMA FOTO

La città e la memoria

" Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato... ...Di quest'onda che rifluisce dai ricordi la città si imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole."

Mi piace questo scatto. Non so quanto sia a tema dato che non ho la più pallida idea di quando siano stati messi questi lampioni. Però proprio mi piace - ho una certa fissa per lampioni e simili - quindi alla fine ho scelto lei. Non era l'unica candidata per questo tema: tra le varie ne avevo fatta una a un uomo travestito da Dante, simbolo di come il passato si intrecci ancora al presente, e una a Ponte Vecchio, sfocato e in lontananza, con in primo piano una bella pianta rampicante rossa. Ma nessuna di queste foto mi ha dato emozioni una volta viste, dopo lo sviluppo. E' stato buffo, dato che davo per scontato che avrei scelto una di quelle due e non questa!

mercoledì 13 novembre 2013

3:2

Ultimamente ho lasciato un po' da parte la fotografia.
Sempre di corsa, mi sembra di non avere il tempo.
Qualche foto vista e non scattata mi è rimassa impressa in mente, ma comunque sento troppo l'ansia del tempo che scorre, delle lezioni che si sovrappongono, delle cose da fare nel quotidiano. E quindi la Cosina e la Pentax restano a casa, in una ancora un rullino a metà.
Però quest'estate un po' di cose le ho fatte. E ho qualche progetto in cantiere per riprendere in mano una passione che non voglio abbandonare, ma che anzi voglio conciliare col quotidiano. Non mi importa fotografare eventi importanti e lontani, voglio una testimonianza della vita reale, quella di tutti i giorni.
E continuo a seguire alcuni blog che amo molto, che mi emozionano.
E proprio tramite uno di questi, se non ricordo male, sono venuta a conoscenza del progetto Tre Mezzi. Un progetto fatto di parole e di fotografie, ma sopratutto di ispirazione e di emozione.
Storie narrate con immagini e con frasi e apertura sia al digitale che all'analogico. Non potevo che essere incuriosita da un progetto del genere!
Quindi quando ho letto del progetto Salva l'acqua ho pensato che di foto all'acqua ne ho fatte tante e che alcune mi piacevano anche parecchio! Così ne ho condivise alcune sul gruppo Flickr del progetto e oggi sopresa! vedo una delle mie foto pubblicata sulla rivista. E' stata una gioia immensa scoprire di aver raggiunto qualcuno. Non pretendo di essere una grande fotografa, nè una grande scrittice. Non ho studiato nè studio per questo e non credo di avere quel quid che fa davvero la differenza. Ma se anche una sola cosa di quelle che faccio raggiunge una sola persona e la emoziona, le trasmette qualcosa, sento che quello che faccio ha un senso ancor maggiore di quello che gli riesco a dare io. Perché oltre a emozionarmi emoziono. E cosa è la vita, senza emozioni?


Ecco il link diretto alla rivista. Sperando che anche altri possano emozionarsi come a volte capita a me.


Questa è la foto che è stata scelta. E' il Lago di Como visto da Lecco. 

domenica 10 novembre 2013

WOR(L)D # 7


Le cuffie nelle orecchie per non sentire il mondo esterno. Non che fosse necessario, là, ormai, non abitava più nessuno da tempo, non nella zona antica. Piccoli viottoli pavimentati con scivolosi sassolini rotondi e bianchi, di quelli levigati dall’acqua di fiume, che rilucevano al sole. Sole che splendeva abbagliante ovunque, tranne che nel suo cuore.Inspirò forte annusando l’acre odore di tempera, la fronte corrucciata, i muscoli tesi nello sforzo di stringere le cesoie. Tra martelli, pinze, chiodi, un berretto di lana rosa antico che le calava sul lato destro del viso.


LINK AL PDF http://zeldawasawriter.com/wp-content/uploads/2013/11/7-WORLDS.pdf  

giovedì 7 novembre 2013

Une petite fille dans la rue de l'enfance

Corre,
un palloncino arancione in mano;
Vola,
il vestito grigio, troppo grande
che si gonfia;
ancora bambina,
un giorno sarà donna
e quei capelli dorati oggi arruffati
domani ancheggeranno
al suono di una musica
diversa
da quella del suonatore di strada.


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La prima cosa che ho pensato è stata: devo farle una foto. C'è poco da fare, macchina fotografica dietro o no è spesso il primo pensiero se qualcosa mi colpisce.
Ma.
Ma ho seri problemi a fotografare le persone che non conosco.
Dovrei chiedere il permesso? Credo di sì. Sopratutto in caso di bambini!
Però a quel punto si perde di spontaneità, no?
Non so. Ho pensato di provare a esprimere a parole quel che non sono riuscita a cogliere con argento e luce.
Non ho ancora capito se ci sono riuscita o no.

mercoledì 6 novembre 2013

La vita di Adele

Doveva essere un film mozzafiato.

Doveva essere profondo.
Doveva entrarti dentro.

O almeno, questo era quello che credevo io.

Da quello che si diceva a giro sarebbe dovuto entrare a gloria nella top ten dei film dell'anno.

E invece.

Invece mi ha delusa.
Forse mi aspettavo troppo.
Forse dovrei smetterla di andare a vedere film francesi.

  •  TROPPO LUNGO
Tre ore di film, seriamente? Si commenta da solo.

  •  LE SCENE DI SESSO
Non che io abbia problemi con le scene di sesso, però queste sono tante e lunghe, se volevo vedere  un porno non adavo al cinema. Che poi non mi sembrano nemmeno particolarmente funzionali alla trama, non aggiungono molto al film. Si poteva rendere diversamente la morbosa attrazione fisica tra le due. Che poi insomma, tutto questo vedere sinceramente non l'ho apprezzato. Due belle ragazze, per carità, ma esteticamente parlando avrei preferito un vedo non vedo, una scelta di inquadrature diversa, che calasse lo spettatore nel film e facesse sentire questa fantomatica attrazione...

  • LA PROTAGONISTA

Occhei che sei la ragazzaccia maschiaccio, vada per i capelli sempre senza un senso, ma vogliamo parlare di come mangia questa qui? E di come il regista ci si sia voluto soffermare? Del fatto che quando piange smoccica ovunque, birra compresa? Una cosa è rappresentare la realtà, un'altra è scadere nel paradossale. Un cazzo di fazzoletto generalmente uno se lo porta dietro o da qualche parte lo raccatta. O comunque non ti bevi la birra al moccio, o sbaglio? Bah. Chiamiamole scelte di stile, ma secondo me scelte sbagliate.

Non mi dilungo oltre, anche perché tutto sommato non è malaccio come film, ma sicuramente non lo rivedrò e non mi rimarrà nel cuore. Peccato, perché la tematica invece mi piaceva, mi piaceva l'idea di un film che fosse un po' romanzo di formazione, che analizzasse nel particolare un problema sociale molto diffuso. Temi importanti, quali l'omofobia a livello scolastico, la paura di non essere capiti a livello lavorativo, l'accettazione da parte della famiglia, sono introdotti e questo mi fa piacere, ma non sono particolarmente portati avanti. Sono più che altro buttati lì.

E poi il finale. Capisco che il finale sia sempre problematico, capisco che in una storia del genere non ci possa essere una vera e propria fine, ma lei che se ne va e quell'altro che esce dalla mostra cercandola, seriously?

Ma probabilmente sono io che non sono fatta per i film francesi. Me ne farò una ragione.

martedì 5 novembre 2013

WOR(L)D

Nato dalla mente di Zelda was a Writer questo progetto, che ho scoperto con un discreto ritardo, mi ha molto incuriosita!
Si tratta di lasciar vagare la fantasia scrivendo 10 righe ogni settimana, prendendo spunto da una serie di oggetti da lei proposti e fotografati.
Maggiori informazioni qui
E intanto le mie prime timide 10 righe sulla sesta settimana!
PDF con tutte le composizioni della settimana qui
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Aveva deciso all’ultimo. Milano era ormai lontana, con il suo traffico, il grigiore tipico delle grandi città, la fretta di tutti i giorni. Una pausa da tutto, ecco cosa le serviva. Ago e filo erano però sempre nella borsetta, come solo un’accorta aspirante sarta. Pochi spiccioli le erano rimasti dopo aver comprato il biglietto per Parigi, ma non importava. Scelse il treno per prendersi del tempo, per assaporare i paesaggi, per ritrovare il piacere degli incontri sconosciuti. In una mano un sacchetto di carta pieno di mandarini, un libro nell’altra. Ricordava a malapena dove abitava Gerome, ma non era di fondamentale importanza, lo avrebbe trovato. Come quel giorno in cui non avrebbero dovuto incontrarsi e invece era accaduto, lo aveva voluto il caso, l’hazard. E allora si erano regalati a vicenda i rispettivi portafortuna, sperando che un giorno avrebbero esaudito il loro desiderio di vedersi ancora. 

Questa foto la fece mia mamma quando andammo a Parigi, insieme. Un intero rullino di doppie esposizioni, senza volerlo.

lunedì 4 novembre 2013

Dal passato al presente




 L'agriturismo dove sono stata questo autunno è stato fonte di duplice ispirazione: non solo i paesaggi collinari della verde Toscana, ma anche la collezione di attrezzi tipici del vecchio agricoltore...messi lì, nei prati, sembravano proprio in attesa di essere fotografati!






domenica 3 novembre 2013

Prospettive differenti

La fotografia analogica mi affascina per quell'effetto retrò che porta con sè, per quei colori un po' slavati, per la possibilità di intervenire sulla percezione della realtà attraverso la realtà stessa (dopotutto i chimici sempre materia sono...).
Nelle foto che seguono ho finalmente provato a usare una pellicola diapositiva e a svilupparla come se fosse una negativa a colori...e devo dire che adoro i risultati!
Colori carichi, prevalenza di verdi, azzurri e in alcuni casi di rossi.
L'ambientazione poi era perfetta.
Un bellissimo agriturismo in Toscana, a due passi (in macchina però) dal mare.
Andarci a Settembre è stato il top: poca gente e tempo favoloso ma non caldo (la sera anzi, un freddo!), insomma il vero relax.





venerdì 25 ottobre 2013

Le vendredi

Odio la gente che usa il bianchetto.Stai prendendo appunti e, per quanto tu possa scrivere bene, appunti sono e appunti restano, che cazzo cancelli col bianchetto che poi, sul serio, non lo vedi quanto è poco esteticamente gradevole? Fidati, è meglio un deciso e dritto frego di penna. Ma no, tu devi usare il tuo cazzo di bianchetto finto perbenista, che non solo inquina, ma irrita me, che sono dietro di te e respiro lo schifo per il tuo bel quaderno. 
Comunque questo era ieri, il venerdì non ho lezione. Grazie al cielo. Potrei ringraziare chi ha fatto l'orario ma costui è anche responsabile dell'orrore dei giorni precedenti.
Il venerdì come ho già detto è la nuova domenica.
E oggi è un bellissimo venerdì/domenica, come poche domeniche sanno essere.
Solo splendente - è di nuovo estate - tanto che sono andata a giro in top. Ed è il 25 Ottobre. Bah. Però il solo mi piace, non mi lamento. Decisamente meglio dell'acquazzone di ieri!
E poi il bagno me lo sono fatta, con un delizioso spumantino della Lush e quindi tanta tanta schiuma. e acqua colorata. e profumata. e poi depilazione, scrub, olio da massaggio. Coccolarsi è bello. Anche se per quanto il bagno mi abbia rilassata era meglio farlo in una giornata meno calda. Ma vabbe', ne avevo bisogno e avevo tempo oggi, non ieri, quindi pazienza.
E cerco di tenere in ordine ma non ci riesco tanto bene ed è un problema, non mi piace il casino. Ma scrivania e libreria sono un completo disastro, fogli volanti di produzioni scritte, trascrizioni, correzioni, fotocopie che ci danno i vari prof. Panico.
Ma troverò un modo.
A questo giro voglio vincere.



Questa foto è di alcuni muffin che ho fatto tempo fa, ai pistacchi e ai lamponi, molto buoni e che avrei volentieri mangiato oggi. Ma mi faceva fatica farli e non ne avevo nemmeno il tempo.

giovedì 24 ottobre 2013

Do u like thursday morning?

Ci sono quelle notti in cui non riesco a dormire.
In cui la stanchezza accumulata nel giorno di colpo sparisce - puff! - e mi ritrovo pensante a letto, immersa nell'oscurità, ad ascoltare la pioggia.
Perché sì, piove. Con tutto il mio disappunto e la mia biciclettina a prendere l'acqua in attesa di riparazione.
E una cena stasera a cui dovrò andare in autobus.
Comunque che c'è di meglio di alzarsi, prepararsi una tisana calda al karkadè, che solo per quel suo colore rosa e quel suo saporino aspro ti fa pensare che hai tutta l'energia necessaria per affrontare la giornata? E poi la tazza verde, a contrasto, è una piccola gioia per gli occhi.
Stronzate, per carità, ma il giovedì mattina ho bisogno di un po' di coccole per convincermi a uscire di casa, sopratutto se fuori piove.
Di quel tempo tolto al sonno ne ho approfittato per ripassare un po'. Pochino però, che non sono poi così lucida.
Ah, domani è venerdì, la giornata che attendo con ansia, la nuova domenica. Il giorno del riposo.
E dato che oggi piove e le vacanze sono finite e forse un po' mancano, lascio una foto del mare di questa estate - che poi era settembre inoltrato - una delle mie preferite.


le temps --- il tempo

le giornate passano, veloci.
il tempo scorre e non me ne accorgo.
va tutto troppo in fretta.
Questa foto l'ho fatta circa un anno fa. Eppure mi è rimasta nel cuore perché nonostante sia passato tanto tempo me la ricordavo.      
l'estate è passata come un soffio di vento in una giornata di primavera, quando sole e pioggia si alternano senza un filo logico.
l'estate è passata e non me ne sono accorta.
tre mesi pieni di nullafacenza, il cazzeggio puro, l'arte del tempo vuoto, del dormire, del fare tardi la sera, delle birre in piazza e ai giardini, del ballare la trash, la tecno, l'elettronica.
l'estate è passata e ha fatto freddo, non li ho mica messi tanto i miei vestiti preferiti. 
e ora che le foglie stanno
ingiallendo sapere che devo riporli nell'armadio fino al prossimo caldo un po' mi uccide, perché adoro i vestiti, perché i jeans sono irrimediabilmente troppo stretti - e no, non sono ingrassata, ma vogliamo mettere un comodo abitino con dei poco caldi e seppur elasticizzati molto meno comodi jeans? no. non vogliamo.
l'estate è passata e con lei, pare, il tempo delle foto, il tempo della calma, del cosa e quando mi va.
ora è tutto scandito: orari, sveglie, tempo dedicato al sonno.
la pioggia si alterna al sole, l'umidità è costante.
a volte in questi giorni sembrava tornata la primavera.
ma le foglie virano al rosso e l'inverno si avvicina.
ho paura delle giornate che termineranno alle 16, col sole già tramontato.
ho bisogno di luce, per vivere, per studiare, per fotografare.
sono sempre di corsa: per non arrivare in ritardo, per andare da una sede all'altra, per tornare a casa e studiare almeno un po', per buttarmi sul letto.
non ho praticamente nemmeno il tempo di farmi una doccia (per non parlare di depilazione, venerdì devo assolutamente rimediare, sono in condizioni che non permettono l'uso di qualcosa che sia appena sopra la caviglia!)
e tra i mille spostamenti ogni tanto vedo scatti che non ho il tempo di fare e rimpiango i tempi in cui mi portavo sempre dietro la reflex.
adesso tra paura della pioggia e paura di far tardi la lascio direttamente a casa.
forse non dovrei.
forse domani me la porto.
anche se dice che danno pioggia.
comunque è ora di andare a dormire, la tisana pre nanna l'ho già bevuta e il mio pancino dolorante per il primo giorno di ciclo implora pace.
basta schermo bianco del pc, basta libri in lingue sconosciute, basta riscrivere parole in francese per il test di domani.
che pure la notte passa troppo in fretta ultimamente.

martedì 8 ottobre 2013

Capponi

Ed è strano.
Il bianco, la luminosità dell'ambiente.
La presenza in alcune aule di pianoforti, che ogni tanto suonano melodie conosciute.
E bevo la mia acqua corretta con gocce di lampone e guardo fuori da un'enorme finestra un prato verde mentre la professoressa dice qualcosa in una lingua ancora non familiare.
Sembra di essere in un ospedale di cura, un posto in cui vogliono farti sentire tranquillo - va tutto bene.
E mancano i parcheggi per le biciclette.
Scappo dai posti dove faccio lezione; non era così prima.
Mi soffermavo intere giornate in alcune sedi, studiavo là.
In questo momento invece faccio il mio e poi scappo, non troppo convinta dal voler stringere nuovi rapporti, senza voglia di trovare qualcuno con cui cazzeggiare.
Voglio fare tanto, forse troppo.
Ma l'entusiasmo è positivo, no? Sono sempre in tempo a levare qualcosa, a tornare con i piedi per terra e ammettere che sì, otto ore di lezione di fila sono troppe.
Ma per adesso va bene così.
Giornate piene di impegni e cerco di mantenere costanti otto ore di sonno.
Ma il sonno non riesco a controllarlo.
Ed è una nota dolente, lo è da sempre.
Ma adesso riesco ad accettarlo.
A capire che forse non sono io sbagliata, che è possibile avere ritmi diversi da quelli prescritti dalla società.
Anche se questo la società non lo capisce, non lo vuole capire.

domenica 18 agosto 2013

Film degli ultimi due mesi

Come anticipato ho visto un po' di film in queste vacanze estive.
Non so se me li ricordo tutti, farò una carrellata senza ordine cronologico.

XXY : storia di questa ragazzina che forse è un ragazzino o forse è entrambe le cose. Drammatico, intenso.
La grande bellezza : non gli avrei dato nemmeno una chance. Ma alla fine sono andata a vederlo. E mi ha sorpreso. In alcuni tratti banale a mio avviso, ma perché banali le vuote vite che va a rappresentare. E alcune frasi sono incredibilmente vere; tutti gli spettatori le sentiranno proprie.
Effetti Collaterali : pensavo fosse un filmuccio su gli effetti collaterali di qualche pillola miracolosa del nuovo secolo invece è una specie di giallo, thriller (con i generi sono una frana) e devo dire che prende. Piaciuto, contenta di averlo visto al cinema. All'aperto. Anche se faceva freddo!! Prossima volta cuscino (sedie a dir poco scomode) e coperta.
Gran Torino: classico, bello, nulla da aggiungere. Ho pianto. E ho provato a vederlo in inglese. Rinunciando dopo poco.
Mr. Nobody : strano. ma bello. il colpo di scena finale mi è piaciuto, anche se espedienti di questo tipo sono stati molto usati. ma a me questo genere di film piace tanto. E poi...Jared Leto. Quell'uomo è un gran figo, c'è poco da fare...dovevo salire sul palco quando sono andata a sentirlo...
La miglior offerta: anche di questo non avevo avuto una buona impressione. e invece mi ha sorpresa. Bello, molto.
Barbarella: bellissimo, da vedere. per gli appassionati di Star Wars, dei Duran Duran e per chi ha voglia di farsi tante risate.
Warm Bodies: sembrava carino, da ridere. è lento e noioso.
Il mago della truffa: storia di amore non convenzionale e carina. Jim Carrey non nei soliti panni.
Ho anche rivisto Il lato positivo dato che il 14 sera all'Arena di Marte davano due film al prezzo di uno.





Firenze d'Agosto

Povero blog, lasciato a sè stesso per taanto.
Ma.
Ho fatto cose, visto gente. Ho dormito tanto. Sono uscita quasi solo di sera e di notte nell'ultimo mese.
Poi ieri sono andata a Lucca con mamma, a vedere la mostra di Henry Cartier Bresson.
E ho viaggiato nel tempo, ma quelle foto, seppur antiche, restano attuali. Sarà che la pellicola e il bianco e nero non mi sono estranei da qualche mese a questa parte, sarà che le emozioni sui volti umani sono sempre quelle. Riconosci te stesso nell'altro.
Insomma, alcune foto mi hanno emozionata.
E oltre a questo ho riscoperto la gioia di vivere il GIORNO. Il SOLE. Non faceva nemmeno troppo caldo, perfetto insomma. Tanto che stamani mi sono alzata presto e ho fatto un giro in centro.
L'ultimo rullino sviluppato è stato un disastro comunque. Solo un paio di foto si salvano, entrambe di Virgola.


Agosto un po' mi annoia. E' saltata una settimana di mare da un'amica e dopo un giro di 4-5 giorni a Lecco e un festival di elettronica a Turano di 2 giorni sono di nuovo a Firenze. Per il prossimo mese. Senza fare nulla. Quasi vorrei avere un esame da preparare. Ho tempo per preparare il test di ingresso a lingue, ma è un test di italiano, non ci vuole poi molto. E ormai a Firenze è rimasta pure poca gente, quindi niente VIDA ai massimi livelli. L'ultima settimana credo di averla passata quasi interamente a dormire. Per bisogno e per noia. Leggo. Vedo film. Torno sul blog. Ma poi? Spero che almeno il tempo si mantenga così, che non diventi più caldo, almeno qualche giro lo posso fare. Purtroppo ieri ho dovuto constatare che i treni, seppur regionali, costicchiano. Che palle. Mi dovrò accontentare delle zone più vicine. Però ne ho segnate diverse, dopotutto quale periodo migliore di questo per darsi a visitare i luoghi della mia terra, che sento così poco mia? O per cucinare. Vedrò un po'. Magari non farò nulla di tutto ciò.

domenica 14 luglio 2013

Noia

Negli ultimi giorni la mia voglia di vivere è veramente molto poca.
Sono come spenta.
Senza energia.
Questo clima mi uccide, e non è nemmeno così terribile. Magari non è il clima, ma è la prima cosa a cui dare la colpa, no?
Ho le gambe sempre pesanti, segno di una cattiva circolazione già a poco più di venti anni, e dormirei tutto il giorno. Più o meno lo faccio in effetti. E se non lo faccio a una certa crollo, come se avessi usato energia non disponibile.
Ho la pressione perennemente bassa, con conseguenti capogiri troppo spesso per i miei gusti.
A tutto questo si aggiunge la noia di non avere molto da fare - ho cominciato un maglione di lana per l'inverno per disperazione - e la conseguente sfavataggine.
Dice bene insomma.

mercoledì 10 luglio 2013

Viaggio sola


"Questo viaggio è vostro. Sta a voi sceglierlo come farlo."


Queste sono le parole con cui si conclude il film. 
Parole che centrano in pieno il senso della vita. La vita è il nostro viaggio e nessuno può scegliere la nostra strada. 
Ho visto questo film un po' di tempo fa in realtà, in un momento particolare della mia vita, in cui ho deciso di cambiare radicalmente le scelte fatte, lasciando una strada che percorrevo da tempo per intraprenderne un'altra. 
Buffo aver visto questo film proprio dopo aver preso questa decisione!
E forse proprio per questo l'ho apprezzato tanto.
Carino il modo in cui si articola, gli spezzoni di vita quotidiana e di rapporti diversi e complessi, ognuno a suo modo. 

lunedì 8 luglio 2013

Holy Motors

Film strano.
Film francese.
Adoro tante cose francese, dalla lingua a Parigi.
Ma i film.
I film no.
Di solito se mi rendo in conto in tempo utile a scappare dalla sala non ci provo nemmeno a vederlo un film francese.
Cioè a me Il favoloso mondo di Amelie non è piaciuto. All'epoca, eh. Magari lo rivedrò e cambierò idea.
Ma non prima di aver finito di mettere a posto la camera, comprato e montato un (comodo) divano e trovato il modo di girare il computer verso questo.
Già, niente tv in camera.
Pigliava bene il proiettore, ma poi dove proietto?
Comunque, sto divagando. Ma dopotutto ho passato parte della notte a spulciare possibili divani e a fare progetti su cosa spostare dove.
Insomma registi e produzioni, insieme ad attori in realtà, sono cose che guardo poco. Di un film mi deve colpire il trailer - se, per qualche caso fortuito lo riesco a vedere - o il trafiletto scrauso su MyMovies, fonte di dove/quando/cosa è in programmazione in tutte le sale a Firenze. Sito che consulto minimo una volta al giorno. Minimo.
E Holy Motors pigliava bene. Non ho visto il trailer, ma era valutato bene, trama (trama?) che ti fa capire che è uno di quei film intortanti che potrebbe prendere proprio bene e anche locandina carina.
Lo davano solo una sera a Firenze, solo all'Odeon. E, strano ma vero, in versione italiana. Con tanto di presentazione e aneddoto iniziali. Motivo per cui scopro che è un film francese. Non mi perdo d'animo, sono ancora convinta che possa valerne la pena.
E.
Ed è un film strano, ma strano forte, molto non-sense.
L'attore personaggio, la perdita (o conquista) di identità...
Diciamocelo, non l'ho capito per nulla 'sto film.
Quindi non mi sento proprio di dire che mi è piaciuto.
Però nemmeno il contrario. In un certo qual modo rimani attaccato a guardare lo schermo, in parte cercando di capire, in parte curioso di sapere cosa succederà poi.

domenica 23 giugno 2013

Roma

Qualche tempo fa sono andata un finesettimana a Roma con degli amici.
Inizio con i gabbiani. La città ne era piena - sembravano i padroni - ed erano enormi! Mi ricordo ancora di uno ai Fori, in una zona dove solitamente ci sono gatti. Non c'era l'ombra di un micio e questo gabbiano sembrava una sentinella che controllava la zona. Quello delle foto è un altro, non ricordo se a castel Sant'Angelo o altrove.

A occhi chiusi...
E a occhi aperti! Rossi...come il sangue O.o



venerdì 21 giugno 2013

120 RedScale

Questo rullino l'ho scattato circa sei mesi fa. E sono riuscita a vedere i risultati solo ora. Nulla di che in realtà. Mi aspettavo qualcosa di molto più  magico dal mondo della sperimentazione analogica, ma probabilmente ci vuole una certa dimestichezza (e un cavalletto) per avere risultati decenti. All'epoca non avevo alcuna esperienza e di certo non giravo col cavalletto - di fatto non lo faccio nemmeno ora.
Ma veniamo alle foto.
Location: Villa Bardini. Uno dei più bei giardini di Firenze, ingresso gratuito per residenti, ridotto per studenti, se siete solo turisti amen, cazzi vostri.
Ah, non so come siano in realtà le foto. Cercavo le tonalità azzurroverdi più che quelle rossicce e quindi ho usato sempre tempi molto lunghi (e infatti alcune sono tremendamente mosse, cosa che, messo anche il fisheye, rende qualcuno di questi scatti un po' nauseanti). Insomma le ho fatte stampare e non me le hanno stampate tutte e quelle che mi hanno stampato hanno tutte tonalità rossastre tranne una. Scannerizzando da me i negativi invece vengono tutte su toni azzurrini. Bah. Metto entrambe le versioni.

Questa non si sa perché in laboratorio non me l'hanno stampata. Peccato, mi piace un sacco! e purtroppo con lo scanner perdo dettagli nel 120 =(  











Solstizio d'estate

Potrei studiare.
Potrei leggere.
Potrei dormire.
Potrei cucinare.
Potrei vedere un film.
Potrei uscire.
Potrei andare a comprare la cera con il buono che mi hanno dato a Marionnaud.
Ma non ho voglia nè di studiare, nè di leggere, nè di dormire. Cucinare è un'idea, magari tra un po'...Vedere un film implica stare in salotto, più caldo della camera, uscire adesso significa bollire.
Quindi parlerò un po' a vanvera sul blog.
Oggi è il 21 giugno.
Ovvero il solstizio d'estate. Il mio libro di Scienze del Cielo e della Terra della terza liceo definisce Solstizio l'istante in cui il Sole vero, nel suo moto lungo l'eclittica, raggiunge la massima o la minima declinazione. Nel caso del solstizio d'estate si tratta della massima declinazione. La declinazione del Sole altro non è che la distanza angolare del centro del Sole dal piano equatoriale, positiva se il Sole si trova nell'emisfero nord, negativa nel caso contrario. Pare che in terza liceo sapessi per bene questa roba e mi piacesse anche tanto. Ma tanto, eh! Eppure mi ricordo una cippa. Che rabbia. Comunque nel solstizio d'estate il semiasse nord della Terra è rivolto verso il Sole e forma coi raggi solari un angolo di 66° 33', l'angolo minimo durante l'anno. In questa posizione il Sole ha una declinazione di 23° 27' e i suoi raggi sono allo zenit a mezzogiorno alla latitudine di 23°27' N, sul parallelo detto Tropico del Cancro. Il dì ha la massima durata nell'emisfero nord ed entro il Circolo Polare Artico il Sole resta sopra l'orizzonte per tutto il giorno.
Nel caso qualcuno se lo stesse domandando ovviamente.
Ma astronomia a parte son quelle cose che affascinano. E quest'anno abbiamo anche quasi la luna piena (per esattezza sarà il 23 giugno). E sarà pure gigante, causa il raggiungimento del perigeo (perì : vicino, geo: terra; questo il massimo di greco che mi è rimasto). Insomma, figo. Adoro queste cose. Anche se insomma, la Luna è sempre lì, è sempre romantica e affascinante. Ci ho fatto caso l'altro giorno. Era di uno splendido colore dorato, il sole non era ancora tramontato, e lei se ne stava lì, come un'enorme fetta di formaggio. Era mozzafiato, valeva la pena soffermarcisi un po'. Oppure qualche tempofa. C'era luna piena, ero in centro, stava tramontando. Ero in piazza della Repubblica. E la luna si stagliava nel cielo limpido, incorniciata tra le case di via del Corso. Purtroppo non avevo nessun tipo di macchina fotografica per provare a catturare la magia di quell'istante. Poco male, me lo sono goduta e quell'immagine si è fissata ben bene nella mia mente. Sapessi disegnare...eh! 
Insomma, che l'inizio di questa estate sia meraviglioso e che lo siano anche i mesi a seguire!

giovedì 20 giugno 2013

Ninfee

Nell'ultimo rullino ho fatto ben due foto alle ninfee, in posti diversi.
Non me lo ricordavo.
Le ninfee sono fiori che mi hanno sempre colpita, così carini, dolci nella loro geometria.
Trovarli al giardino delle Rose è un conto, con tanto di ranocchio che non ha voluto farsi vedere ma in compenso ha fatto un baccano incredibile, trovarli nel laghetto sudicio sotto ai laboratori mi ha illuminato un paio di giornate. Entravo a laboratorio ed erano aperte, uscivo ed erano chiuse. Le foto non sono un granché ma ho deciso di pubblicarle lo stesso perché questi fiorellini mi hanno regalato più di un sorriso, e quindi se lo meritano.

Questa è quella del giardino delle Rose

Questo è invece il laghetto sotto al laboratorio. Di questa foto proprio non mi piace la composizione, avrei voluto un primo piano delle tre ninfee centrale, ma non avevo dietro il tele. Purtroppo girare con tutto il corredo è scomodo, sopratutto se poi hai da andare a laboratorio e dovresti lasciare tutto incustodito. Vabbe'..il risultato che avrei voluto è più o meno quello che ho ottenuto ritagliando la foto, ma con maggiore definizione.



 

mercoledì 19 giugno 2013

Rose

Seconda parte @ Giardino delle Rose. 
Questa volta in rosa.
E a furia di ripetere la parola "rosa" m'è tornato in mente un libro, "Rose da mangiare". Me lo ricordavo pure male, il titolo, pensavo fosse "Una rosa per Rose". 
E invece no. 
Però questa frase è scritta sul retro della copertina, quindi per averlo letto anni e anni fa non è andata male. 
E l'ho pure trovato subito nella libreria. All'epoca avevo rimesso a posto la stanza. Da cima a fondo. Organizzando la libreria per temi, quindi per autori (o per titoli, dovrei controllare). Con gli anni è tornato il casino, ma quei libri ormai letti sono rimasti dove li avevo messi, in ordine, se non fosse per quelli che ho via via aggiunto a casaccio, dove c'era posto.
Insomma, questo libro è un libro da tredicenni, capiamoci, non sto certo parlando di alta letteratura, scritti impegnati o analisi sociologiche. E' scritto a caratteri cubitali, nel caso tu abbia bisogno di fondi di bottiglia come occhiali. Io sono ipermetrope, ma vabbe', lo lessi lo stesso. Non ricordo se e quanto mi piacque e non lo rileggerò per renderlo noto (non perché penso di essere troppo in là con l'età per farlo, potrebbe essere divertente, ma è scritto davvero troppo grande. L'estetica ha il suo perché).
Ma ricordo la presenza di ricette al suo interno. Magari a quelle ci ridò un occhio.


Un bocciolo in fiore, al centro della foto, circondato da rose già sbocciate, da boccioli completamente chiusi.
Mi piace il contrasto tra il verde e il rosa, i colori brillanti.


Qui i colori sono invece molto più tenui, in parte perché effettivamente queste rose erano più tenui rispetto a quelle di sopra, quasi fucsia, in parte perché questa foto l'ho scattata dopo, in condizioni meteo diverse.


lunedì 17 giugno 2013

L'innocenza del bianco

Il giardino delle rose.
Non lo avevo mai ancora visto fiorito.
E' uno spettacolo. A patto di adorare due "f", ovvero fiori e Firenze (stavate già pensando male, eh?).
E' un piccolo angolo di paradiso, con i suoi posticini segreti.
Così, approfittando di una delle poche giornate di sole qualche tempo fa ci ho fatto un salto, macchina fotografica appresso.
Era pieno di gente. Sdraiata sul prato, a chiacchierare sulle panchine. Chi legge, chi disegna, chi, semplicemente, si gode l'aria fresca e il tepore del sole.
Chi, come me, fa foto.
Prima trance, tutto in bianco.


Adoro.
La mia preferita della serie, senza dubbio. I fiori sono stupendi, merito della natura,  colpiscono l'occhio perché a fuoco pieno solo loro, ben illuminati. E mi piace la composizione, il decentramento del soggetto. Non so cosa stessi pensando quando ho scattato, difficilmente ricordo il momento dello scatto, ma a quanto pare ha funzionato. Quantomeno per me!!!

Non è vero che è tutto in bianco. Qui c'è un po' di rosina, tenue tenue.
Forse sono tutte foto molto banali e basta e l'unica cosa che le salva è l'intrinseca bellezza dei soggetti, ma anche in questo caso mi piace la luce, come essa attraversa i petali. 

Trovo questa foto un po' buffa.
Le due rose sembrano due soggetti, uno che guarda in una direzione, l'altro in un'altra.
Uno guarda vicino le foglie che gli stanno davanti; l'altro si protende verso l'orizzonte, scrutando la vita non sua della casa di fronte.


domenica 16 giugno 2013

22 anni

Oggi è il mio compleanno.
22 anni, mica seghe.
Che poi a pensarci piglia un po' male.
Perché, a dirla tutta, negli ultimi anni non è che abbia compicciato chissà cosa. L'università va a rilento. Il resto più o meno bene, sono cambiata sotto tanti aspetti e ho scoperto cose importanti di me. Ma tant'è.
Non c'è poi molto da dire, sono sotto esame e quindi non ho particolarmente voglia di festeggiare. O meglio, c'avrei anche voglia, il problema è che il mio festeggiare quest'anno vorrebbe essere un picnic o una giornata al mare (o magari un picnic al mare) ma chi lo trova il tempo? Siamo tutti in sessione, quindi bona.
Comunque festeggiarsi è sempre (?) bene e dato che i regali li avevo praticamente già tutti ricevuti (e i dindini dalla famiglia, con cui ho preso lo scanner, e un paio di magliette e un magnifico foulard dalla mamma) ho pensato bene, dato che fa poco caldo, di comprare gli ingredienti per una torta semplice semplice ma tanto buona. Così da festeggiare e il mio compleanno e i 25 anni di lavoro di mamma.
L'unico problema è che di questa torta ho trovato la ricetta per una tortiera troppo grande per stare nel mio fornetto elettrico (quello della cucina è fuori uso da anni, ormai adibito a mobilio) e dato che non so se sono capace ad adattare le ricette ho lasciato intatte le varie quantità.
La prima volta che l'ho fatta s'è dorata all'esterno, cruda nella parte centrale.
La seconda volta pure.
La terza l'ho fatta con metà dose ed è venuta perfetta, niente increspature nel centro, però molto più bassa (il bello di questa torta è che viene altissima!).
Poi l'ho fatta al cioccolato per portarla ad una festa e ho scoperto che col cacao perde in morbidezza (da aggiungere un po' di burro forse?) anche se questa volta si era cotta decentemente (ma si era spaccata comunque nel centro).
L'ho rifatta a metà dose al cacao per una cena tra amici pensando di andare sul sicuro e invece no, si è spaccata anche questa volta, sebbene sia riuscita a cuocerla bene.
Questa volta ho deciso di andare sul dosaggio classico e di diminuire la temperatura del forno aumentando il tempo di cottura. Alla fine l'ho cotta per un'ora a una temperatura media di 140°. Ed è venuta perfetta, dorata in superficie e cotta bene dentro.

La ricetta l'ho presa da qui


Lascio anche una foto, a mio avviso un po' malinconica, recuperata tra quelle del rullino sfortunato e che, una volta ritoccata qua e là, ha un suo perché. L'unico neo è che non ricordo assolutamente dove l'ho scattata, forse all'orto botanico?


sabato 15 giugno 2013

Portait

Nel rullino scattato al giardino degli Iris c'erano anche un paio di ritratti.
Il soggetto è sempre la Bea, che si presta volentieri in quanto anche lei appassionata di fotografia.
Coltiviamo la nostra amicizia tra scatti, chiacchiere e scampagnate nei dintorni di Firenze.

Questa foto mi piace, purtroppo però le ho tagliato i piedi
(che errore da principiante! nemmeno i bambini...)
e sono sicura che ci fosse un modo migliore di sfruttare
la geometria che crea il filo di protezione dei fiori...
ma ancora non capisco quale.
Be', qui aiuta il soggetto.
Un bel sorriso, una pellicola in bianco e nero
e il gioco è fatto.

venerdì 14 giugno 2013

Fiori in B/W

Fiori in bianco e nero.
Lo avevo accennato qui.
L'aver sbagliato a selezionare gli iso non ha compromesso le foto (questo grazie alla pellicola, non a me).


Purtroppo non riesco a caricare parte delle foto perché le ho acquisite con una risoluzione tale (2400 dpi) che risultano troppo pesanti. L'unica che metto l'ho acquisita a 300 dpi e anche ce n'erano un paio davvero belle che volevo mettere mi fa troppa fatica riscannerizzare i negativi. Però se volete vedere le altre le trovate su Flickr

giovedì 13 giugno 2013

PACE

PACE.
Perché in una delle foto che seguono compare la bandiera della pace.
Perché questo rullino è stato un disastro, ma capita.
Perché "pace" è il significato del mio nome.
Comunque.
C'era una volta un rullino con tanti problemi.
Si è rotto e ha preso la luce molto probabilmente in fase di estrazione.
Oppure no, come è andata è andata, i risultati non sono stati un granché sia per difetti di tecnica - se così si può dire dato che non miro a imparare una vera e propria tecnica - sia perché parte di quelle immagini che si salvano per nitidezza be', non sanno proprio di niente.
Non ricordo nemmeno se il rullino era da 24 o 36, ma quello che salvo è ciò che segue

La mia micia, Virgola.
La foto è ritagliata, perché la parte
destra era tutta bruciata.
Nonostante questo rimane un
discreto profilo,
mi spiace però aver perso
il resto del corpo e
la bandiera della
PACE.

Fiorellini.
Probabilmente sarebbe definibile una brutta foto,
ma a me piace un sacco.
Ma tanto tanto tanto!
E infatti la metto in misura extra.
Certo, non si fosse sciupato anche il negativo..(quel giallo sulla sinistra è
un materiale appiccicoso che ci è finito sopra con cui il laboratorio aveva chiuso
la busta che conteneva i negativi..)

mercoledì 12 giugno 2013

Papavero

Foto fatta con compatta digitale con
davanti un filtro +5/+6 diottrie.
Successivamente modificata per non far vedere che tengo
in mano il filtro e sfumata in postproduzione
perché la compatta che ho non permette la regolazione
del diaframma.
Un fiore.
Rosso.
Un fiore rosso, come l'amore, la passione, che sbocciano in questa primavera in ritardo.
La fugace bellezza dei petali che appassiscono in poche ore, tolta loro la linfa vitale.
Non sono riuscita a salvarti, fiorellino. Le mie conoscenze di essiccamento fiori si son perse negli anni.
Rimane una foto e il ricordo dell'emozione.
E tanto basta. Non c'è così bisogno della parte materiale per ricordare quanto bello sia stato un momento.

Scanner

Il nuovo arrivato è lui, lo scanner Epson Perfection Photo V370. Alla fine ho rinunciato davvero al 500, che sebbene più figo si faceva pagare il doppio.
Dopo un primo momento di panico - su tutte le scansioni usciva un'orrenda linea blu che non era presente sul negativo - ho capito che probabilmente era un granello di polvere, ho pulito tutte le superfici e da-dan! scansioni effettuate!!
Sono tantotantotanto felice.
E quindi qualche foto




Iris
Accanto alla serratura automatica del cancello del garage sbocciano fiori.
E prendere la bici diventa una gioia!

A proposito di biciclette...questa non è mia, faceva parte di una mostra presente all'Ara Pacis nel giorno del Capodanno Romano (pure l'ingresso ridotto!)

Albero in fiore a Roma Capitale