venerdì 25 ottobre 2013

Le vendredi

Odio la gente che usa il bianchetto.Stai prendendo appunti e, per quanto tu possa scrivere bene, appunti sono e appunti restano, che cazzo cancelli col bianchetto che poi, sul serio, non lo vedi quanto è poco esteticamente gradevole? Fidati, è meglio un deciso e dritto frego di penna. Ma no, tu devi usare il tuo cazzo di bianchetto finto perbenista, che non solo inquina, ma irrita me, che sono dietro di te e respiro lo schifo per il tuo bel quaderno. 
Comunque questo era ieri, il venerdì non ho lezione. Grazie al cielo. Potrei ringraziare chi ha fatto l'orario ma costui è anche responsabile dell'orrore dei giorni precedenti.
Il venerdì come ho già detto è la nuova domenica.
E oggi è un bellissimo venerdì/domenica, come poche domeniche sanno essere.
Solo splendente - è di nuovo estate - tanto che sono andata a giro in top. Ed è il 25 Ottobre. Bah. Però il solo mi piace, non mi lamento. Decisamente meglio dell'acquazzone di ieri!
E poi il bagno me lo sono fatta, con un delizioso spumantino della Lush e quindi tanta tanta schiuma. e acqua colorata. e profumata. e poi depilazione, scrub, olio da massaggio. Coccolarsi è bello. Anche se per quanto il bagno mi abbia rilassata era meglio farlo in una giornata meno calda. Ma vabbe', ne avevo bisogno e avevo tempo oggi, non ieri, quindi pazienza.
E cerco di tenere in ordine ma non ci riesco tanto bene ed è un problema, non mi piace il casino. Ma scrivania e libreria sono un completo disastro, fogli volanti di produzioni scritte, trascrizioni, correzioni, fotocopie che ci danno i vari prof. Panico.
Ma troverò un modo.
A questo giro voglio vincere.



Questa foto è di alcuni muffin che ho fatto tempo fa, ai pistacchi e ai lamponi, molto buoni e che avrei volentieri mangiato oggi. Ma mi faceva fatica farli e non ne avevo nemmeno il tempo.

giovedì 24 ottobre 2013

Do u like thursday morning?

Ci sono quelle notti in cui non riesco a dormire.
In cui la stanchezza accumulata nel giorno di colpo sparisce - puff! - e mi ritrovo pensante a letto, immersa nell'oscurità, ad ascoltare la pioggia.
Perché sì, piove. Con tutto il mio disappunto e la mia biciclettina a prendere l'acqua in attesa di riparazione.
E una cena stasera a cui dovrò andare in autobus.
Comunque che c'è di meglio di alzarsi, prepararsi una tisana calda al karkadè, che solo per quel suo colore rosa e quel suo saporino aspro ti fa pensare che hai tutta l'energia necessaria per affrontare la giornata? E poi la tazza verde, a contrasto, è una piccola gioia per gli occhi.
Stronzate, per carità, ma il giovedì mattina ho bisogno di un po' di coccole per convincermi a uscire di casa, sopratutto se fuori piove.
Di quel tempo tolto al sonno ne ho approfittato per ripassare un po'. Pochino però, che non sono poi così lucida.
Ah, domani è venerdì, la giornata che attendo con ansia, la nuova domenica. Il giorno del riposo.
E dato che oggi piove e le vacanze sono finite e forse un po' mancano, lascio una foto del mare di questa estate - che poi era settembre inoltrato - una delle mie preferite.


le temps --- il tempo

le giornate passano, veloci.
il tempo scorre e non me ne accorgo.
va tutto troppo in fretta.
Questa foto l'ho fatta circa un anno fa. Eppure mi è rimasta nel cuore perché nonostante sia passato tanto tempo me la ricordavo.      
l'estate è passata come un soffio di vento in una giornata di primavera, quando sole e pioggia si alternano senza un filo logico.
l'estate è passata e non me ne sono accorta.
tre mesi pieni di nullafacenza, il cazzeggio puro, l'arte del tempo vuoto, del dormire, del fare tardi la sera, delle birre in piazza e ai giardini, del ballare la trash, la tecno, l'elettronica.
l'estate è passata e ha fatto freddo, non li ho mica messi tanto i miei vestiti preferiti. 
e ora che le foglie stanno
ingiallendo sapere che devo riporli nell'armadio fino al prossimo caldo un po' mi uccide, perché adoro i vestiti, perché i jeans sono irrimediabilmente troppo stretti - e no, non sono ingrassata, ma vogliamo mettere un comodo abitino con dei poco caldi e seppur elasticizzati molto meno comodi jeans? no. non vogliamo.
l'estate è passata e con lei, pare, il tempo delle foto, il tempo della calma, del cosa e quando mi va.
ora è tutto scandito: orari, sveglie, tempo dedicato al sonno.
la pioggia si alterna al sole, l'umidità è costante.
a volte in questi giorni sembrava tornata la primavera.
ma le foglie virano al rosso e l'inverno si avvicina.
ho paura delle giornate che termineranno alle 16, col sole già tramontato.
ho bisogno di luce, per vivere, per studiare, per fotografare.
sono sempre di corsa: per non arrivare in ritardo, per andare da una sede all'altra, per tornare a casa e studiare almeno un po', per buttarmi sul letto.
non ho praticamente nemmeno il tempo di farmi una doccia (per non parlare di depilazione, venerdì devo assolutamente rimediare, sono in condizioni che non permettono l'uso di qualcosa che sia appena sopra la caviglia!)
e tra i mille spostamenti ogni tanto vedo scatti che non ho il tempo di fare e rimpiango i tempi in cui mi portavo sempre dietro la reflex.
adesso tra paura della pioggia e paura di far tardi la lascio direttamente a casa.
forse non dovrei.
forse domani me la porto.
anche se dice che danno pioggia.
comunque è ora di andare a dormire, la tisana pre nanna l'ho già bevuta e il mio pancino dolorante per il primo giorno di ciclo implora pace.
basta schermo bianco del pc, basta libri in lingue sconosciute, basta riscrivere parole in francese per il test di domani.
che pure la notte passa troppo in fretta ultimamente.

martedì 8 ottobre 2013

Capponi

Ed è strano.
Il bianco, la luminosità dell'ambiente.
La presenza in alcune aule di pianoforti, che ogni tanto suonano melodie conosciute.
E bevo la mia acqua corretta con gocce di lampone e guardo fuori da un'enorme finestra un prato verde mentre la professoressa dice qualcosa in una lingua ancora non familiare.
Sembra di essere in un ospedale di cura, un posto in cui vogliono farti sentire tranquillo - va tutto bene.
E mancano i parcheggi per le biciclette.
Scappo dai posti dove faccio lezione; non era così prima.
Mi soffermavo intere giornate in alcune sedi, studiavo là.
In questo momento invece faccio il mio e poi scappo, non troppo convinta dal voler stringere nuovi rapporti, senza voglia di trovare qualcuno con cui cazzeggiare.
Voglio fare tanto, forse troppo.
Ma l'entusiasmo è positivo, no? Sono sempre in tempo a levare qualcosa, a tornare con i piedi per terra e ammettere che sì, otto ore di lezione di fila sono troppe.
Ma per adesso va bene così.
Giornate piene di impegni e cerco di mantenere costanti otto ore di sonno.
Ma il sonno non riesco a controllarlo.
Ed è una nota dolente, lo è da sempre.
Ma adesso riesco ad accettarlo.
A capire che forse non sono io sbagliata, che è possibile avere ritmi diversi da quelli prescritti dalla società.
Anche se questo la società non lo capisce, non lo vuole capire.