sabato 18 luglio 2015

Festa hawaiana

Ho dovuto cambiare il layout del blog, perché volevo mettere il countdown all'erasmus e con quello che avevo prima non c'era verso. Un po' mi dispiace, mi piaceva molto di più prima. E il conto alla rovescia mi mette ansia, quindi non so quanto potrà durare questo assetto. Intanto ringrazio Maia, per l'aiuto e la pazienza.



Stasera festa hawaiana. Non so se piglierà bene andarci, soprattutto considerato il problema del polso rotto e ancora ben lontano dal recupero completo, che ha bisogno di attenzioni e cure, non di ballare e pogare. Però è estate, le vacanze sono lontane, di giorno il caldo impedisce qualsiasi attività - lunedì si lavora, aiuto! - e la voglia di divertirsi è tanta. Quindi, incurante del fatto che se porto un tutore significa che ho i movimenti limitati, mi sono messa a rendere hawaiano un reggiseno. Come? Facilissimo.

Occorrente:


  •  fiori di stoffa (che con un po' di voglia e due mani attive si possono realizzare da sé)
  •  colla a caldo
  •  reggiseno di cui non vi importa un fico secco, non troppo sciupato e che vi calzo a pennello


Procedimento:

Incollare i fiori sul reggiseno. Distribuire i fiori in modo carino, sovrapporli, giocare con i colori. Ed è fatta! Chiaramente potreste anche cucirli, cosa che tra l'altro vi permetterà di lavare meglio il capo. Ora ho qualche evidente problema a tenere in mano la macchina fotografica - SOB! - e quindi niente foto.

Ora posseggo dunque un reggiseno hawaiano, che mi è costato una scottatura e una pulce secca e che può darsi non userò mai - non sono mica un filino, stare in reggiseno --> ansia. Ma almeno ho fatto qualcosa, anche se quando mi sono scottata c'è stato un momento di panico e crisi.

giovedì 16 luglio 2015

Erasmus a Aix en Provence

Ho deciso di ricominciare a scrivere sul blog. Sarà che fuori ci sono più di 40 gradi - ah, mia cara Firenze! - sarà che sono infortunata, sarà che gli ultimi mesi sono stati pesanti e ho bisogno di pensare positivo. E cosa c'è di meglio per pensare positivo della la consapevolezza che tra meno di due mese sarò - rullo di tamburi - in Francia!

Ma.

Per andare in Erasmus non basta volerlo. Bisogna restare concentrati: il tempo è poco e le cose da fare tante. Vi racconto la mia esperienza, potrebbe essere utile.

1- Fare domanda. Sembra scontato e facile, ma fidatevi, non lo è. Vi daranno mille indicazioni diverse e quando sarete finalmente accettati - non ho ancora sentito nessuno dire di essere stato tagliato fuori dal programma - dovrete rifare tutto. Perché? Perché dovrete confrontarvi con i professori, non solo con le segreterie.

2- Ammettiamo che abbiate compilato la domanda, scritto una bella lettera di motivazione e trovato (!) gli esami da mettere nel Learning Agreement. Vi hanno presi, è andata! Quasi. Ora iniziano i ricevimenti con i prof - almeno per me è stato così - e le lotte per i riconoscimenti totali. Perché andare in Erasmus e non riuscire a convalidare nemmeno un esame significa, di fatto, tornare e doverli ridare tutti. Ma non buttatevi giù: con un po' di fortuna e tanta voglia di partire nulla vi potrà scoraggiare troppo. Io verbalizzerò, ammettendo di passarlo, un solo esame. Questo non mi impedisce di partire, felice.

3- I primi due punti erano generali, ora si entra nel vivo dell'Università di Aix-Marseille. Inviate tutto il materiale richiesto - L.A., fototessere, fotocopie di documenti vari e modulo di iscrizione alla loro università - per POSTA. No, non per mail, per fax (che sarebbe comunque assurdo data la quantità di fogli) ma per POSTA. Io sono andata a un ufficio postale e ho chiesto la spedizione più veloce, chiedendo che fosse anche raccomandata. Quasi trenta euro dopo, avevo un codice per la tracciabilità. E in 2/3 giorni il materiale è magicamente arrivato a destinazione. Giusto in tempo.

LE LOGEMENT

Tutto bello, siamo entusiasti, ma Aix è una città cara e piccolina. Come fare per dormire? La soluzione più economica - a meno che non siate così fortunati da conoscere qualcuno che vi ospiti aggratisse - sono le residenze universitarie. In Toscana abbiamo il DSU, in Francia hanno il CROUS. Da studenti erasmus non dovete rivolgervi direttamente al CROUS, ma alla segreteria erasmus che si occupa del vostro corso di laurea (sono quelli a cui avete spedito il malloppo di fogli in busta A4, abilmente tenuto sottobraccio nel tragitto casa-posta, sfoggiato con incredibile leggiadria sentendovi gli esseri migliori di tutto l'ufficio postale. Nonnini compresi). Per quanto riguarda Aix, farete una prima domanda per l'alloggio universitario compilando la fiche di iscrizione alla loro università. Vi faranno poi sapere se siete tra i fortunati che possono avere davvero un alloggio. Vi daranno un codice con cui fare la richiesta vera e propria su una piattaforma online, interlog. Vi faranno una proposta, che non è detto coincida con la vostra richiesta. Potete rifiutarla se non vi aggrada, ma non ve ne faranno un'altra. Io ho avuto fortuna: mi hanno dato una stanza col bagno privato, nella residenza in cui l'avevo chiesta, a pochi minuti a piedi dalla facoltà e da una mensa universitaria.
Certo, forse una colocation con studenti del posto sarebbe stata un esperimento interessante e una fonte (quasi) inesauribile di francese, ma, al di là del costo - probabilmente maggiore - sapere di avere un posto mio dove rifugiarmi mi fa piacere. Un posto piccolo, 9 metri quadri, ma mio davvero. L'armadio sarà mio. Se non vorrò uscire e far tardi non avrò il problema dei coinquilini festaioli. Insomma, la colocation non l'ho nemmeno presa in considerazione, ma se siete un po' più avventurieri di me e non avete paura di rischiare di non avere uno spazio vostro è sicuramente un'alternativa molto valida, che vi permetterà di migliorare il vostro francese molto velocemente.

Per oggi basta, mi sono stancata. Ma ancora c'è da parlare di assicurazioni, di viaggi, di bagagli...